Fusione nucleare: progressi

radioactivity-66774_640La fusione nucleare è la reazione che avviene nei nuclei stellari e fornirebbe energia illimitata, perché i carburanti che utilizza sono atomi leggeri, come l’idrogeno, e non atomi pesanti e radioattivi come l’uranio e il plutonio necessari per la fissione nucleare. Allo stato attuale però l’energia necessaria per avviare la fusione supera quella che viene prodotta.

     Negli Stati Uniti il Nif (National Ignition Facility) utilizzando 192 raggi laser (una quantità d’energia pari all’intero fabbisogno energetico americano) su pochi atomi di deuterio, ha prodotto, per la prima volta, più energia di quanta il deuterio ne abbia assorbita. Non si tratta, però, ancora, di una vera e propria “accensione”, in quanto le inefficienze del sistema fanno sì che molta energia si disperda quindi la quantità totale di energia richiesta resta ancora superiore a quella prodotta. La ragione per cui il Nif, una struttura costata 3,5 miliardi di dollari che opera ormai da oltre un decennio, non ha ancora raggiunto gli obiettivi preposti è che il suo compito principale è lo studio e la manutenzione dell’arsenale nucleare americano.

     In Francia, Christine Labaune, direttrice della ricerca presso il Cnrs (Laboratorio per l’utilizzo di Laser ad alta intensità) del Politecnico di Palaiseau,  in un articolo pubblicato su Nature Communications espone la sua idea: al posto della potenza pura, l’esperimento francese mira alla  puntualità utilizzando due laser: uno è servito a creare un plasma di nuclei di boro (che dura circa un miliardesimo di secondo prima di decadere); l’altro per generare un raggio di protoni (della durata di non più di un triliardesimo di secondo): calibrando con estrema precisione il timing, è stato possibile far collidere i protoni contro il plasma di nuclei di boro innescando la fusione del boro capace di produrre quantità d’energia dieci volte superiori agli esperimenti precedenti.

     Rispetto agli esperimenti del Nif, quello francese ha anche un altro vantaggio clamoroso: la reazione innescata non rilascia neutroni veloci, radioattivi e dannosi sia per gli esseri umani che per le strutture,  ma solo alcune innocue particelle di elio. Se questo sistema venisse applicato su larga scala, in un laboratorio come quello del Nif, si potrebbe arrivare alla fusione con un numero di laser molto inferiore e magari abbastanza efficiente da ottenere l’accensione.

 

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Fonti: www.ilcorriere.it   www.nature.com

 

 

 

 

2 Risposte a “Fusione nucleare: progressi”

  1. Molto interessante questo articolo, è difficile trovare letture di questo genere che dopo 10 righe non sprofondino nella noia totale! Grazie!

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